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SANITA; ABBRUZZESE (FI): IN BILANCIO NESSUN RIFERIMENTO A DEFICIT SANITARIO, MOBILITA’ PASSIVA E PIA

  • redazione49
  • 2 gen 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Dalla ulteriore lettura dei documenti del bilancio, un dato in negativo invece balza agli occhi. Ovverosia quello della spesa sanitaria di cui però non c’è una specifica, un numero che possa quantificare il deficit della nostra Regione, fatto salvo di un capoverso scritto all’interno del Def che afferma, senza dare ulteriori delucidazioni che: “L’incidenza della spesa sanitaria regionale complessiva nel 2015, è risultata pari al 75% condizionata dalla spesa corrente che ha sforato l’80%.” Lo ha dichiarato Mario Abbruzzese, consigliere regionale del Lazio e presidente della Commissione Speciale Riforme Istituzionali.

“A fronte di questo dato macroeconomico in ambito sanitario, non è coinciso in alcun modo un adeguato livello di prestazioni sanitarie sui territori. Almeno in questo possiamo senz’altro dire che sulla gestione sanitaria c’è uniformità, negativa, di gestione su tutto il Lazio.

La sanità infatti non funziona, non soltanto nelle province, ma nemmeno a Roma. E questo è un dato che dovrebbe far riflettere, tutti. Il governo regionale brancola nel buio, non sa che pesci prendere e questo caos rispecchia quello che regna quotidianamente nei pronto soccorso e nelle strutture ospedaliere del territorio.

Nemmeno ha contributo a chiarire le scelte programmatiche in campo sanitario, l’audizione in Commissione del dr Alessio D’Amato, responsabile della cabina di regia e del dr Vincenzo Panella, a capo della direzione salute e politiche sociali.

“Se il precedente programma operativo aveva l’obiettivo prioritario di ridurre la spesa sanitaria e ridefinire delle regole di funzionamento del sistema e riorganizzazione dei servizi, la nuova stagione 2016-2018 ha l’obiettivo di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario e sviluppare un’organizzazione dei servizi rispondente ai fabbisogni di assistenza, in un contesto caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione e dal maggior impatto della domanda per patologie croniche ed a rischio di disabilità” queste le loro parole.

E’ tuttavia evidente però che, in verità i conti, risultano migliorati più in virtù dello sblocco di maggiori fondi statali che a migliori performance di sistema. Manca inoltre ogni concreto riferimento relativo all’uscita dal piano di rientro tra i documenti all’attenzione del Consiglio.

Allo stesso modo mancano risposte nei documenti di bilancio relative la spiccata mobilità interregionale passiva da parte di cittadini laziali che scelgono di curarsi altrove, determinando una previsione di passivo di 490 milioni di euro nel prossimo triennio. Senza parlare dei debiti, astronomici di alcune aziende ospedaliere del Lazio, per i quali non ci sono soluzioni.

Servivano in campo sanitario interventi straordinari, innovativi. Invece , ci troviamo di fronte ad una strategia di retroguardia, di contenimento, mentre sarebbe stato indispensabile aggredire la crisi in atto nel Lazio e nel Paese con un bilancio di attacco, frutto di scelte coraggiose. Ma così non è stato". Ha concluso Abbruzzese.


 
 
 

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